Manifestazione Neapolis

 Villacidro - Sardegna - Gian Paolo Marcialis propone una sua canzone sulla necessità di alzare la testa di fronte allo sfruttamento energetico

Una canzone che torna di stretta attualità quella che aveva critto qualche tempo fa Gian Paolo Marcialis, riproposta dall'autore in risposta alla nuova emergenza che incombe sulla Sardegna, sottoposta al saccheggio speculativo scatenatosi sulla scia della necessaria transizione energetica, condotta in modo per nulla rispettoso del territorio e senza il necessario coinvolgimento delle comunità locali.

«La Sardegna - ha commentato Marcialis proponendo di divulgare la sua canzone Su Riscattu attraverso ilsardingtonpost.it - è oggi più che mai oppressa da mille forme di schiavitù. Alle storiche servitù si è aggiunto il nuovo sfruttamento del territorio per le produzioni energetiche. L'opinione pubblica, tuttavia, sembra assistere inerme a queste nuove imposizioni, invece la gente deve scuotersi da questo stato si passività e rimettersi in cammino. Dopo tanto tempo e tanta oppressione è ora di risvegliarsi».

Su Riscattu, MarcialisIl video della canzone Su Riscattu

Gian Paolo Marcialis, villacidrese, classe 1949, è insegnante elementare in pensione, e per otto anni è stato anche insegnante di lingua spagnola. Giornalista pubblicista dal 1985, dal 2005 al 2009 è stato direttore responsabile del periodico Cagliari Lettere Aperte.
Suoi articoli sono stati pubblicati su diverse testate locali e nazionali; ha anche operato da traduttore dallo spagnolo.
Marcialis è anche autore di diverse pubblicazioni che spaziano dalla narrativa alla poesia e toccano tematiche politiche e storiche, con particolare riferimento al passato villacidrese, alle superstizioni della cultura popolare e al mondo delle Cogas.


SU RISCATTU

Terra de Sardegna, sempri considerada logu de conquista, de medas isfruttada…

basis militaris, su mari hanti serrau, de si fai schiavus hanti sempri tentau

e in terra strangia seus depius andai po ciccaui attesu cos’e traballai.

Ma sa Sardegna no potat coru e anima de schiava, coment’ crebru no s’è lassada mai accappiai.

De attes’e mari hanti bittìu fueddus e menzogna e sa natura no esistit prus, è totu che ua fogna.

Hant’a torrai a dom’insoru cussus chi funti attes’e omu, ad a finì sa prepotenza de su poderi de sa violenzia!

Sa terra nostra depit cambiai s’imparaus totus unius a lottai!

E sa Sardegna no potat coru e anima de schiava, coment’e crebru no s’ad a fai prusu accappiai.

C’è med’e fai po riscattai sa terra e su destinu e insas’impari poneusì prestu totus in camminu!

La la la la la la ...


Traduzione in italiano:

Terra di Sardegna, sempre considerata luogo di conquista da molti sfruttata…

basi militari, il mare hanno chiuso, di farci schiavi hanno sempre tentato

e in terra straniera siamo dovuti andare per cercare lontano il lavoro.

Ma la Sardegna non ha cuore e anima da schiava, come un cervo non i mai lasciata intrappolare.

Dal mare lontano hanno portato parole e menzogna e la natura non esiste più, tutto è come una fogna.

Torneranno a casa loro quelli che sono lontano da casa, finirà la prepotenza del potere della violenza!

La nostra terra deve cambiare se impariamo tutti uniti a lottare!

E la Sardegna non ha cuore e anima da schiava, come un cervo non si farà più intrappolare.

C’è molto da fare per riscattare la terra e il destino e allora insieme mettiamoci presto tutti in cammino.

Redazione I.s.p. © Riproduzione riservata
Immagine in evidenza: manifestazione del 22 giugno 2024 a Neapolis (Guspini)

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