Strangius, 11/9/2024

 Serramanna - Ieri a Stràngius, Alessio Onnis e Salvatore Tola, insignito del "Premio Franco Putzolu"

Ha fatto tappa nella casa campidanese Rifa la seconda giornata del Festival Stràngius, dedicata al tema A pagu a pagu (piano piano, in sardo). Ad aprire l’incontro è stato Alessio Onnis, serramannese. laureato in Pedagogia, ha lavorato come educatore presso una comunità di accoglienza per minori, e grazie alla specializzazione nel sostegno di alunni con disabilità, è entrato nel mondo della scuola, fino a conseguire anche l’abilitazione in Lettere. La musica, lo sport, il camper, l’arte e la meditazione sono le sue più grandi passioni, che cerca di conciliare con il suo impegno per i giovani in difficoltà e la sua famiglia. Collaboratore da anni del Festival Stràngius, quest’anno è salito sul palco da protagonista, con il suo libro autobiografico Sardinia Bike Tour. Pedalando verso l’anima (Iskra). Onnis ha raccontato il suo viaggio in diciotto tappe attraverso la Sardegna, in sella alla sua bicicletta Istella, avvenuto nel 2020 e durato circa tre settimane. Pagine che non rendicontano un’impresa sportiva, ma offrono un mix di emozioni, descrizioni di paesaggi mozzafiato, raccontando la fatica e l'amore per la sua compagna di vita, Francesca, da sempre per lui fonte di ispirazione e che lo ha accompagnato emotivamente in questo viaggio: a lei sono dedicati nel libro alcuni versi in terzina dantesca. Affiancato dalla conduzione di Maria Grazia Cossu, il pubblico si è emozionato - forse perché conosceva un certo Alessio - nello scoprire quel suo lato che emerge nel libro e che Onnis stesso ha riscoperto attraverso la sua avventura.

«Non sono scrittore né ciclista, voglio essere Alessio - ha affermato Onnis - e voglio essere esperto di me stesso. In un periodo così buio come quello della pandemia, ho sentito il bisogno di rileggere alcune pagine della mia vita. Mi ha ispirato Jovanotti, che ha viaggiato da una parte all’altra del mondo in sella alla sua bicicletta: l’ho presa come una sfida. Esisteva in me la convinzione erronea che per sentirmi amato dovessi essere come gli altri mi volevano: ho ritenuto necessario togliere quella maschera inevitabilmente creata, per poi riaggiustare quell’Alessio che ormai era in frantumi. Il messaggio che voglio trasmettere è: prendersi cura di sé stessi per potersi prendere cura degli altri».


La serata è poi proseguita con l’intervento di Salvatore Tola. Nato a Faenza e residente a Sassari, è stato insegnante. Si occupa di poesia sarda contemporanea come membro delle giurie di alcuni concorsi e di quella tradizionale, temi ai quali ha dedicato alcuni saggi-antologia. In dialogo con Marino Carcangiu, Tola ha presentato il suo libro Anni di Prova. Travail, Avodà, Arbeit (Soter Editrice), in cui racconta tre suoi viaggi giovanili, dedicando gran parte del racconto al lavoro (nel titolo le traduzioni francese, israeliana e tedesca del termine), per lui considerato uno dei modi migliori per conoscere un paese e la sua gente.

Viaggi avventurosi, il primo in Francia, il secondo nei kibbutz israeliani e l’ultimo in Germania, accomunati dal senso di scoperta di stili di vita diversi dal suo. «Quando lavori con la gente del posto - ha spiegato Tola - scopri la sua vera essenza e per me non c’è modo migliore di conoscere un paese. L’esperienza nei kibbutz è stata particolarmente formativa, perché si basa su una vita comunitaria improntata sul socialismo, che ti porta a vivere oltre gli egoismi della proprietà privata».


In conclusione di serata, a Tola è stato consegnato il Premio Franco Putzolu: testimone dell’identità sarda, (dedicato al famoso illustratore e vignettista serramannese scomparso nel 2011), rappresentato dal’opera Arature come Scritture, realizzata in legno dalla figlia del vignettista,Marina Putzolu, figlia del vignettista e presente alla consegna.

Gli incontri sono stati intervallati dalla lettura di alcuni pezzi tratti dal libro Po cantu Biddanoa di Benvenuto Lobina, curata da Manuela Orrù.

Il tema della giornata, A pagu a pagu, si è rispecchia nelle esperienze di entrambi gli autori. Alessio Onnis, con il suo viaggio in bicicletta e il racconto autobiografico, incarna l'idea di una crescita lenta, fatta di momenti di introspezione e piccole scoperte. Il suo percorso non è una corsa verso un traguardo, ma un viaggio interiore, affrontato con la pazienza e la determinazione che solo un approccio lento può garantire. Salvatore Tola, con i suoi viaggi e il lavoro come mezzo di conoscenza, mostra come il progresso individuale e culturale sia spesso frutto di esperienze accumulate nel tempo, attraverso il contatto diretto e profondo con la realtà.

Entrambi sottolineano che la crescita, personale o collettiva, richiede tempo e cura, e che solo procedendo a pagu a pagu è possibile davvero scoprire e valorizzare sè stessi e il mondo che in cui si è immersi.

Doride Pilloni (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: Salvatore Tola

Di seguito: Alessio Onnis con Maria Grazia Cossu Strangius, 11/9/2024

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