Strangius, 15/9/2024

 Serramanna - Ieri la serata conclusiva del Festival Stràngius, settima edizione

La sesta e ultima serata della settima edizione del Festival Stràngius si è svolta nello spazio esterno della Chiesa di San Leonardo a Serramanna, con un focus particolare sul tema Ricerca nella solitudine.

L'incontro si è aperto con Edoardo Lughi, autore di Faenza, classe 1996, noto per la sua scrittura introspettiva. Lughi ha condiviso la sua esperienza di esplorazione solitaria attraverso il libro Sull’eremitismo (Seipersei), che combina scrittura e fotografia analogica.

La sua narrazione si basa su un viaggio nell'isola di Vannøya, nel nord della Norvegia, durante il periodo di notte polare, quando il sole non sorge mai. Lughi ha spiegato come la frenesia della vita moderna e le aspettative esterne lo abbiano spinto a cercare un isolamento fisico e mentale, con la speranza di ritrovare sé stesso e un senso di pace interiore: «Mi sentivo invaso da mille aspettative e mille stimoli e non avevo il tempo di fermarmi a metabolizzare i pensieri. Sentivo un buio interiore, che mi ha spinto a cercare il buio del Nord, unito ad uno dei desideri irrealizzati di mio padre, scomparso quando avevo dieci anni: visitare quelle terre. Ho portato con me la sua fotocamera analogica con un rullino a metà e tanta voglia di riscoprire me stesso».


Il secondo incontro della serata ha visto protagonisti Alessandro Metz e Ibrahima Lo. Metz, armatore sociale della Mare Jonio, ha discusso dell'impegno della sua nave nella ricerca e salvataggio di profughi nel Mediterraneo. Per Metz, impegnarsi nel salvataggio è stato un atto di riscatto, in nome dell'umanità e della dignità: un modo per ritrovare e salvare sé stessi attraverso l'azione concreta.

Ibrahima Lo, arrivato in Italia dal Senegal nel 2017, ha presentato il suo nuovo libro La mia voce - Dalle rive dell’Africa alle strade d’Europa (Villaggio Maori). Ibrahima Lo ha raccontato il suo viaggio e il suo ritorno a Stràngius (la sua prima partecipazione risale al 2021) con una nuova prospettiva, quella di un afroveneziano. Per lui, la scrittura è un tributo ai genitori e un mezzo per dare voce agli invisibili, ispirato dalla propria esperienza e dalle persone perse lungo il cammino: «Raccontare attraverso la scrittura è un debito che dovevo pagare ai miei genitori perché, se sono qui è grazie ai loro sacrifici. Fin da piccolo sapevo cosa sarei voluto diventare da grande: un giornalista che lotta per i più deboli e che rimane dalla parte degli invisibili, un giornalista che dà voce a chi voce non può avere».


Entrambi gli autori, sia pure in contesti diversi, hanno trovato nella solitudine un mezzo per esplorare e comprendere meglio sé stessi. Lughi, attraverso un viaggio fisico verso l'oscurità del Nord, e Ibrahima Lo, attraverso una riflessione profonda sul proprio percorso di vita, hanno mostrato come l’isolamento possa diventare un’opportunità per affrontare e risolvere dilemmi esistenziali. La solitudine, quindi, non è solo un momento di separazione dal mondo esterno, ma una possibilità per un incontro autentico con la propria interiorità e una via per dare senso e voce alle proprie esperienze.

La serata è stata arricchita dalla performance di Bujumannu, ambasciatore della musica reggae in Sardegna, che ha eseguito i brani Pilota, Blu, e Ascolto il tuo suono, creando un'atmosfera evocativa e riflessiva.

Con l'incontro di ieri è calato il sipario sulla settima edizione del Festival, che tuttavia non si chiude completamente e offrirà, con Stràngius a Scuola, una coda autunnale che prevede incontri con le scuole in programma dal 11 al 15 e dal 18 al 20 novembre.

Doride Pilloni (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: Alessandro Metz e Ibrahima Lo, con Federica Assorgia

Di seguito: Edoardo Lughi (a sinistra), con Federico SerratoreStrangius, 15/9/2024{fastsocialshare}

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